19 aprile 2020

Soooo(kk)a(r) come sei liscia...la ceretta araba

Dicono che siamo tutti in quarantena...non sono d'accordo: i miei peli per esempio sono un chiaro esempio di uscita non autorizzata DIODIDIO!


Alzi la mano chi scrive messaggi d'amore e richiede dediche alla Radio per la propria estetista!
Eh vedo tutte quelle ditina in aria, perchè diciamocelo, all'inizio, pensavamo che il rasoio avrebbe domato le tigri che ci crescono sotto i pantaloni, ma quando abbiamo visto spuntare dalla fagiana dei tronchi d'albero, ci siamo un attimo preoccupate che la situazione ci stesse sfuggendo di mano.


E infatti, cosa mi seguite a fare, se non per farvi spisellare in merito ai risvoltini e per trovarvi soluzioni? Mi sono documentata e ho trovato come farsi la ceretta in casa con poco dolore, poca spesa e poco caos (promesso)...ho scoperto la SOKKAR, o SUGARING, insomma la ceretta araba.


(Cosa siamo una gelateria che ci fanno ragionare in "coppette"? Che poi noi di coppetta ne conosciamo già una e abbiamo sposato la causa anni fa (tutte vero? Vengo lì e vi incerbottano io?)
Aspettate che vi dico gli INGREDIENTI con unità di misura umane va:

240 gr zucchero bianco semolato (sì ci tocca il razzismo con lo zucchero bruno di canna, ci serve bianco, ma prometto ricetta anche con lui, non fatelo piangere, coccolatelo un pochino e, mentre non vi vede, prendete lo zucchero bianco a fianco, tanto so che cercate di far fare loro amicizia nelle vostre dispense);
40 gr di succo di limone filtrato (non vale se per fare grammi lasciate dentro i semini, che poi non è abbastanza scorrevole e vi depilate con il caramello del budino di vostra mamma);
20 gr di acqua (di rubinetto, di fonte, termale, quella che avete senza uscire di casa)


MODO DI PROCEDERE (vi scrivo in ricettese, che mi sembrate...recettive (ussignur che freddura) in questo momento, state panificando come se doveste aprire una boulangerie appena Giuseppe apre le gabbie:


  • Prendete un pentolino e metteteci dentro tutti gli ingredienti mescolando bene bene;
  • Accendete il fuoco e non toccate più nulla finchè non comincerà a fare le bolle;
  • Dal momento del fervore, sì come se aveste visto il vostro cantante preferito davanti alla vostra porta di casa, cominciate a girare girare girare, come se giraste il sugo per non farlo attaccare;
  • Cominciate a fare attenzione al colore dopo circa 8 minuti dal bollore: l'importante è che non sia un giallo paglierino o un marrone bruciato (a quel punto potreste donarlo per il budino, vedi sopra).

  • Mettete il composto ancora caldo in un barattolo di vetro non di plastica altrimenti il rumore delle onde, se state al mare, dei rigurgiti in lingua pseudotedesca se siete miei vicini, si fonderà con i vostri improperi, e aspettate circa 24 ore prima di usarlo.
  • Per depilarvi scaldate il composto (i tecnologici potranno usufruire di 20 secondi di microonde a 700 W, gli altri canteranno le canzoni dei Puffi aspettando che la tecnica del "bagnomaria" faccia il suo corso e poi siamo pronte per prendere due diverse strade:

(Hai detto due, perchè metti 3 cucchiai? Oh Pinterest aveva solo quest'immagine)

1) LA TECNICA DELLA PALLINA
A ME NON E' VENUTA NEMMENO UNA VOLTA...che due palline, non solo una, ma mi sono mangiata un'ottima caramella zucchero e limone!
Consiste nel mettere un pochino di acqua sul piano di lavoro, prendere la lava incandescente che vi siete riscaldate (provatela sempre prima con un dito che non vorrei dovervi portare al reparto ustionati) e metterne due cucchiai a contatto con l'acqua. Cercate, sempre senza bruciarvi, di fare una palla e poi cominciate a tirarla come se fosse un chewing gum da attaccare sotto ai banchi a scuola (lo so che lo avete fatto almeno una volta nella vita)


Tira che ti ritira, dovrebbe prendere la consistenza di una cicless (sono americana io che devo continuare a scrivere chewing gum? Non credo), attaccatela contropelo (attenzione, il contrario della ceretta classica!!!) sul vostro vello potente e staccatela a favore pelo (attenzione, il contrario della ceretta classica!!!) con la potenza che mettereste nel tirare una palla da bowling o, nei vostri sogni, per mettere in moto un fuoribordo.


POSITIVO: non vi servono le strisce
NEGATIVO: a me non è mai riuscita, quindi ragazze SUERTE e fatemi sapere.

2) LA TECNICA CON LE STRISCE
Scaldate la cera, se volete preparate la pelle con un pochino di talco senza talco (allora perchè lo chiami talco?) o di amido di riso e applicate la cera o con la spatola come le estetiste, con una palettina di legno o semplicemente con un coltello, possibilmente non dalla parte seghettata, che poi non è bellissimo, attaccate o le strisce o un tessuto vecchio che non usate più e strappate: lisce come l'olio e senza olio di gomito!


POSITIVO: potete controllare bene dove finisce la cera
NEGATIVO: vi servono le strisce




Dopo il trattamento, basta passare un pochino di acqua, sì solo quella perchè zucchero e limone sono IDROSOLUBILI (come sono tecnica oh), ossia scompaiono con l'acqua, vi mettete la vostra crema corpo e siete pronte per mostrare le cosce dal terrazzo o dai balconi o, se siete sfigate come me, via video alle amiche.


In generale, se beccate l'esatto punto di cottura, magari saranno necessarie alcune prove perchè dipende dal pentolino e dal fuco che avete, vi farà molto meno male della ceretta canonica (non me la sento di dirvi che non vi farà male, ma ammetto che a me non fa male quanto quella solita, ogni tanto però saltello anche con questa però), vi farà risparmiare e dalla vostra estetista ci andrete per altre coccole.


Dai dai provate e fatemi sapere se mi amate un pochino di più o se mi verrete a tirare sui vetri della macchina le palline di zucchero.

Un abbraccio e, come dicevo tempo fa ad un'amica #spegnetelatelevisioneeandateviadepilare



Muaks

2 aprile 2020

Compleanno: oggi ne faccio una "quarantena"

02.04.2020: oggi, faccio 40 anni!



Anzi, proprio in questo preciso momento, le 08.30, o almeno questa è la favola che mi ha sempre raccontato la Dani (a cui fu richiesto di stringere i gambini o mi avrebbero presa per uno scherzo! GRAZIE BAM AILOVIU)...ma parliamo di cose serie: 40?


Se mi avessero detto che li avrei festeggiati in 42 mq senza balcone ma con vista sul panettone (che saluto ogni mattina anche quando le nubi lo nascondono e che risponde al nome di Rosengarten, sì il Catinaccio, quello lì), single, laureata in lingue straniere, in quarantena da 4 settimane (peccato il Lotto sia chiuso, che sto 4 ricorrente poteva pagarci le ferie), con amici e un ceccettino (mio nipote acquisito Vittorio docet) di cuore in giro per il mondo...sarei stata poco fine e avrei pensato che mi prendessero per il...bon bon.









Eh sì, perchè se c'è qualcosa che ho imparato in questi anni è che le cose non vanno mai come te le immagini, come le sogni o come le temi: possono andare meglio o peggio, ma mai veramente come pensavi.



Pensate che non sapevo come festeggiare: volevo fare qualcosa di speciale, perchè a me il mio compleanno piace proprio tanto, a prescindere dal numero di anni che faccio. Di solito si festeggia anche la primavera, le prime uscite senza piumino, i primi pranzi all'aperto, i primi fiori nati e la voglia di togliersi l'inverno di dosso, ma non si è ancora pronti all'estate. Invece questo giorno trascorrerà in maniera...e che ne so, ho fatto 40 anni, no ho mica trovato la lampada di Aladino o Paolo Fox in buchetta ZIO BUBU'!


Fatemi, però, almeno dire, che trascorrerà GRATO: facciamo così, io ringrazio per cose che mi stanno a cuore, per cose che mi fanno ridere, per cose che mi fanno crescere, per cose che mi fanno arrabbiare e voi, come regalo, le leggete ed uscite dai vostri pigiami almeno per oggi...dai sì:


GRAZIE alle risate che scaldano il cuore, che fanno male agli addominali come non riesce nemmeno una seduta di Asanarebel a fare, a quelle risate sguaiate con il trucco che ti cola perchè a noi il waterproof non piace, perchè piace mostrare le emozioni;
GRAZIE ad Asanarebel che tiene la mia schiena in squadra ed evita che diventi un bidone del rusco (che poi non potrei nemmeno respirare l'aria mentre porto l'immondizia fuori una volta a settimana);
GRAZIE a quelli della SEAB che mi hanno messo il bidone del cartone a 750 metri da casa;
GRAZIE al Tiramisù con la candelina rosa con il quale farò colazione, vestita di tutto punto con un abito animalier bordeaux, che mi ricorda quella volta in cui ho partecipato ad una cena con degli sconosciuti;


GRAZIE alle videochiamate a tradimento su Whastapp per cantare "Alghero" e per vedere chi si è vestito oggi (sì, ve lo confermo, mi sono lavata, vestita e truccata tutti i giorni anche in quarantena, perchè alla domanda "Matantochitidevevedere? Rispondo sempre: IO!);


GRAZIE al mio amico Mauro che mi ricorda sempre di non preoccuparmi prima, tanto se è necessario, avrò tempo per preoccuparmi a tempo debito, altrimenti, nel caso, stai male due volte;
GRAZIE alle serie TV che mi fanno ridere, commuovere, riflettere, divertire, ma non pensare troppo al fatto che non riesca a leggere altro che il Manuale di Dien Chan perchè ho la concentrazione di Dori, l'amica di Nemo;


GRAZIE a chi sul lavoro mi chiede semplicemente come io stia e che si preoccupa non della professionista, ma che mangi (vi avrei registrato il mio fornitore toscano che voleva fare la spesa per me e spedirmela, tanto doveva già uscire per lui e si faceva tutto insieme, detto con quella E aperta e strascicata a cui voglio tanto bene);
GRAZIE a chi ti fa sentire giusto;


GRAZIE a chi, so essere di parte, mi ha chiesto se avessi scritto male e volessi mettere il 3 davanti allo zero e non il 4;
GRAZIE alle Nane, con cui abbiamo fatto magie lavorative in passato, ma che sono tuttora il mio presente;
GRAZIE a chi mi ricorda che andrà tutto bene;
GRAZIE a chi stasera mi porterà la pizza e che, se non riuscirà a portarla perchè la chiedono tutti, mi penserà dispiaciuto, ma non tanto, perchè non sapeva che fosse il mio compleanno;
GRAZIE a chi mi dice che non sa quando festeggeremo (e d'altronde nemmeno Giuseppi, che so essere considerato un sex symbol da Wikipedia, lo sa), ma festeggeremo;


GRAZIE alla cassiera del DESPAR che l'altro giorno si è presa il tempo di dirmi che ero stata brava ad individuare l'orario buono per fare la spesa, perchè nemmeno lei ci capisce più niente;
GRAZIE a Medicina: non te la stai passando bene, lo sento, ma se sei stata in grado di gestire il fatto di essere a metà di due mondi e di amarli e di farti amare da entrambi, ce la farai anche questa volta;
GRAZIE a Madrid: mi sei sempre nel cuore, come i legami famigliari, che un'esperienza di un anno all'estero a 22 anni, lasciano. Sei bella, solo chi non ti conosce ti preferisce Barcelona, ma quelli lasciali andare là, non si meritano di sorseggiare un tinto de verano alla luce del Templo di Debod o di sapere che sei l'unica città al mondo ad avere una statua dedicata al diavolo;


GRAZIE a Bolzano perchè, non sempre ti fai amare, ma mi regali tutti i giorni un motivo per amarti: amici che fanno i fuochi d'artificio con il contenitore dell'umido e che prendono il sole anche quando non c'è; abbracci che si danno davvero e non per convenzione; le olive verdi con la focaccia intorno di Grandi; le lasagne condivise perchè da sola erano troppe, ma che erano una scusa per dirmi che mi vogliono bene; ai caffè in compagnia di sdentati al Museo d'Arte Contemporanea; alla Piazza delle Erbe che, anche se è un crocevia, nessuno ha il coraggio di trattarla come tale e al rosa che regala al tramonto il mio panettone, sì è anche un pochino mio, gliel'ho chiesto e non ha detto di no;
GRAZIE all'allergia all'aglio che fa in modo che le persone mi pensino prima di preparare qualcosa per me, poi non è detto che siano sempre pensieri positivi, ma sono dettagli;
GRAZIE a chi c'è;
GRAZIE a chi non c'è;
GRAZIE a voi che avete letto fino a questo momento!


Buon Compleanno a me!