19 aprile 2020

Soooo(kk)a(r) come sei liscia...la ceretta araba

Dicono che siamo tutti in quarantena...non sono d'accordo: i miei peli per esempio sono un chiaro esempio di uscita non autorizzata DIODIDIO!


Alzi la mano chi scrive messaggi d'amore e richiede dediche alla Radio per la propria estetista!
Eh vedo tutte quelle ditina in aria, perchè diciamocelo, all'inizio, pensavamo che il rasoio avrebbe domato le tigri che ci crescono sotto i pantaloni, ma quando abbiamo visto spuntare dalla fagiana dei tronchi d'albero, ci siamo un attimo preoccupate che la situazione ci stesse sfuggendo di mano.


E infatti, cosa mi seguite a fare, se non per farvi spisellare in merito ai risvoltini e per trovarvi soluzioni? Mi sono documentata e ho trovato come farsi la ceretta in casa con poco dolore, poca spesa e poco caos (promesso)...ho scoperto la SOKKAR, o SUGARING, insomma la ceretta araba.


(Cosa siamo una gelateria che ci fanno ragionare in "coppette"? Che poi noi di coppetta ne conosciamo già una e abbiamo sposato la causa anni fa (tutte vero? Vengo lì e vi incerbottano io?)
Aspettate che vi dico gli INGREDIENTI con unità di misura umane va:

240 gr zucchero bianco semolato (sì ci tocca il razzismo con lo zucchero bruno di canna, ci serve bianco, ma prometto ricetta anche con lui, non fatelo piangere, coccolatelo un pochino e, mentre non vi vede, prendete lo zucchero bianco a fianco, tanto so che cercate di far fare loro amicizia nelle vostre dispense);
40 gr di succo di limone filtrato (non vale se per fare grammi lasciate dentro i semini, che poi non è abbastanza scorrevole e vi depilate con il caramello del budino di vostra mamma);
20 gr di acqua (di rubinetto, di fonte, termale, quella che avete senza uscire di casa)


MODO DI PROCEDERE (vi scrivo in ricettese, che mi sembrate...recettive (ussignur che freddura) in questo momento, state panificando come se doveste aprire una boulangerie appena Giuseppe apre le gabbie:


  • Prendete un pentolino e metteteci dentro tutti gli ingredienti mescolando bene bene;
  • Accendete il fuoco e non toccate più nulla finchè non comincerà a fare le bolle;
  • Dal momento del fervore, sì come se aveste visto il vostro cantante preferito davanti alla vostra porta di casa, cominciate a girare girare girare, come se giraste il sugo per non farlo attaccare;
  • Cominciate a fare attenzione al colore dopo circa 8 minuti dal bollore: l'importante è che non sia un giallo paglierino o un marrone bruciato (a quel punto potreste donarlo per il budino, vedi sopra).

  • Mettete il composto ancora caldo in un barattolo di vetro non di plastica altrimenti il rumore delle onde, se state al mare, dei rigurgiti in lingua pseudotedesca se siete miei vicini, si fonderà con i vostri improperi, e aspettate circa 24 ore prima di usarlo.
  • Per depilarvi scaldate il composto (i tecnologici potranno usufruire di 20 secondi di microonde a 700 W, gli altri canteranno le canzoni dei Puffi aspettando che la tecnica del "bagnomaria" faccia il suo corso e poi siamo pronte per prendere due diverse strade:

(Hai detto due, perchè metti 3 cucchiai? Oh Pinterest aveva solo quest'immagine)

1) LA TECNICA DELLA PALLINA
A ME NON E' VENUTA NEMMENO UNA VOLTA...che due palline, non solo una, ma mi sono mangiata un'ottima caramella zucchero e limone!
Consiste nel mettere un pochino di acqua sul piano di lavoro, prendere la lava incandescente che vi siete riscaldate (provatela sempre prima con un dito che non vorrei dovervi portare al reparto ustionati) e metterne due cucchiai a contatto con l'acqua. Cercate, sempre senza bruciarvi, di fare una palla e poi cominciate a tirarla come se fosse un chewing gum da attaccare sotto ai banchi a scuola (lo so che lo avete fatto almeno una volta nella vita)


Tira che ti ritira, dovrebbe prendere la consistenza di una cicless (sono americana io che devo continuare a scrivere chewing gum? Non credo), attaccatela contropelo (attenzione, il contrario della ceretta classica!!!) sul vostro vello potente e staccatela a favore pelo (attenzione, il contrario della ceretta classica!!!) con la potenza che mettereste nel tirare una palla da bowling o, nei vostri sogni, per mettere in moto un fuoribordo.


POSITIVO: non vi servono le strisce
NEGATIVO: a me non è mai riuscita, quindi ragazze SUERTE e fatemi sapere.

2) LA TECNICA CON LE STRISCE
Scaldate la cera, se volete preparate la pelle con un pochino di talco senza talco (allora perchè lo chiami talco?) o di amido di riso e applicate la cera o con la spatola come le estetiste, con una palettina di legno o semplicemente con un coltello, possibilmente non dalla parte seghettata, che poi non è bellissimo, attaccate o le strisce o un tessuto vecchio che non usate più e strappate: lisce come l'olio e senza olio di gomito!


POSITIVO: potete controllare bene dove finisce la cera
NEGATIVO: vi servono le strisce




Dopo il trattamento, basta passare un pochino di acqua, sì solo quella perchè zucchero e limone sono IDROSOLUBILI (come sono tecnica oh), ossia scompaiono con l'acqua, vi mettete la vostra crema corpo e siete pronte per mostrare le cosce dal terrazzo o dai balconi o, se siete sfigate come me, via video alle amiche.


In generale, se beccate l'esatto punto di cottura, magari saranno necessarie alcune prove perchè dipende dal pentolino e dal fuco che avete, vi farà molto meno male della ceretta canonica (non me la sento di dirvi che non vi farà male, ma ammetto che a me non fa male quanto quella solita, ogni tanto però saltello anche con questa però), vi farà risparmiare e dalla vostra estetista ci andrete per altre coccole.


Dai dai provate e fatemi sapere se mi amate un pochino di più o se mi verrete a tirare sui vetri della macchina le palline di zucchero.

Un abbraccio e, come dicevo tempo fa ad un'amica #spegnetelatelevisioneeandateviadepilare



Muaks

2 aprile 2020

Compleanno: oggi ne faccio una "quarantena"

02.04.2020: oggi, faccio 40 anni!



Anzi, proprio in questo preciso momento, le 08.30, o almeno questa è la favola che mi ha sempre raccontato la Dani (a cui fu richiesto di stringere i gambini o mi avrebbero presa per uno scherzo! GRAZIE BAM AILOVIU)...ma parliamo di cose serie: 40?


Se mi avessero detto che li avrei festeggiati in 42 mq senza balcone ma con vista sul panettone (che saluto ogni mattina anche quando le nubi lo nascondono e che risponde al nome di Rosengarten, sì il Catinaccio, quello lì), single, laureata in lingue straniere, in quarantena da 4 settimane (peccato il Lotto sia chiuso, che sto 4 ricorrente poteva pagarci le ferie), con amici e un ceccettino (mio nipote acquisito Vittorio docet) di cuore in giro per il mondo...sarei stata poco fine e avrei pensato che mi prendessero per il...bon bon.









Eh sì, perchè se c'è qualcosa che ho imparato in questi anni è che le cose non vanno mai come te le immagini, come le sogni o come le temi: possono andare meglio o peggio, ma mai veramente come pensavi.



Pensate che non sapevo come festeggiare: volevo fare qualcosa di speciale, perchè a me il mio compleanno piace proprio tanto, a prescindere dal numero di anni che faccio. Di solito si festeggia anche la primavera, le prime uscite senza piumino, i primi pranzi all'aperto, i primi fiori nati e la voglia di togliersi l'inverno di dosso, ma non si è ancora pronti all'estate. Invece questo giorno trascorrerà in maniera...e che ne so, ho fatto 40 anni, no ho mica trovato la lampada di Aladino o Paolo Fox in buchetta ZIO BUBU'!


Fatemi, però, almeno dire, che trascorrerà GRATO: facciamo così, io ringrazio per cose che mi stanno a cuore, per cose che mi fanno ridere, per cose che mi fanno crescere, per cose che mi fanno arrabbiare e voi, come regalo, le leggete ed uscite dai vostri pigiami almeno per oggi...dai sì:


GRAZIE alle risate che scaldano il cuore, che fanno male agli addominali come non riesce nemmeno una seduta di Asanarebel a fare, a quelle risate sguaiate con il trucco che ti cola perchè a noi il waterproof non piace, perchè piace mostrare le emozioni;
GRAZIE ad Asanarebel che tiene la mia schiena in squadra ed evita che diventi un bidone del rusco (che poi non potrei nemmeno respirare l'aria mentre porto l'immondizia fuori una volta a settimana);
GRAZIE a quelli della SEAB che mi hanno messo il bidone del cartone a 750 metri da casa;
GRAZIE al Tiramisù con la candelina rosa con il quale farò colazione, vestita di tutto punto con un abito animalier bordeaux, che mi ricorda quella volta in cui ho partecipato ad una cena con degli sconosciuti;


GRAZIE alle videochiamate a tradimento su Whastapp per cantare "Alghero" e per vedere chi si è vestito oggi (sì, ve lo confermo, mi sono lavata, vestita e truccata tutti i giorni anche in quarantena, perchè alla domanda "Matantochitidevevedere? Rispondo sempre: IO!);


GRAZIE al mio amico Mauro che mi ricorda sempre di non preoccuparmi prima, tanto se è necessario, avrò tempo per preoccuparmi a tempo debito, altrimenti, nel caso, stai male due volte;
GRAZIE alle serie TV che mi fanno ridere, commuovere, riflettere, divertire, ma non pensare troppo al fatto che non riesca a leggere altro che il Manuale di Dien Chan perchè ho la concentrazione di Dori, l'amica di Nemo;


GRAZIE a chi sul lavoro mi chiede semplicemente come io stia e che si preoccupa non della professionista, ma che mangi (vi avrei registrato il mio fornitore toscano che voleva fare la spesa per me e spedirmela, tanto doveva già uscire per lui e si faceva tutto insieme, detto con quella E aperta e strascicata a cui voglio tanto bene);
GRAZIE a chi ti fa sentire giusto;


GRAZIE a chi, so essere di parte, mi ha chiesto se avessi scritto male e volessi mettere il 3 davanti allo zero e non il 4;
GRAZIE alle Nane, con cui abbiamo fatto magie lavorative in passato, ma che sono tuttora il mio presente;
GRAZIE a chi mi ricorda che andrà tutto bene;
GRAZIE a chi stasera mi porterà la pizza e che, se non riuscirà a portarla perchè la chiedono tutti, mi penserà dispiaciuto, ma non tanto, perchè non sapeva che fosse il mio compleanno;
GRAZIE a chi mi dice che non sa quando festeggeremo (e d'altronde nemmeno Giuseppi, che so essere considerato un sex symbol da Wikipedia, lo sa), ma festeggeremo;


GRAZIE alla cassiera del DESPAR che l'altro giorno si è presa il tempo di dirmi che ero stata brava ad individuare l'orario buono per fare la spesa, perchè nemmeno lei ci capisce più niente;
GRAZIE a Medicina: non te la stai passando bene, lo sento, ma se sei stata in grado di gestire il fatto di essere a metà di due mondi e di amarli e di farti amare da entrambi, ce la farai anche questa volta;
GRAZIE a Madrid: mi sei sempre nel cuore, come i legami famigliari, che un'esperienza di un anno all'estero a 22 anni, lasciano. Sei bella, solo chi non ti conosce ti preferisce Barcelona, ma quelli lasciali andare là, non si meritano di sorseggiare un tinto de verano alla luce del Templo di Debod o di sapere che sei l'unica città al mondo ad avere una statua dedicata al diavolo;


GRAZIE a Bolzano perchè, non sempre ti fai amare, ma mi regali tutti i giorni un motivo per amarti: amici che fanno i fuochi d'artificio con il contenitore dell'umido e che prendono il sole anche quando non c'è; abbracci che si danno davvero e non per convenzione; le olive verdi con la focaccia intorno di Grandi; le lasagne condivise perchè da sola erano troppe, ma che erano una scusa per dirmi che mi vogliono bene; ai caffè in compagnia di sdentati al Museo d'Arte Contemporanea; alla Piazza delle Erbe che, anche se è un crocevia, nessuno ha il coraggio di trattarla come tale e al rosa che regala al tramonto il mio panettone, sì è anche un pochino mio, gliel'ho chiesto e non ha detto di no;
GRAZIE all'allergia all'aglio che fa in modo che le persone mi pensino prima di preparare qualcosa per me, poi non è detto che siano sempre pensieri positivi, ma sono dettagli;
GRAZIE a chi c'è;
GRAZIE a chi non c'è;
GRAZIE a voi che avete letto fino a questo momento!


Buon Compleanno a me!

4 marzo 2020

Plastic free: lo Shampoo solido!

Vi mancavo?
Voi tanto, ma il mio silenzio era per studiarvi e poi anche per fare le prove per tacere (cosa ardua per la vostra "ignurencer" del cuore), perchè non avevo niente di interessante da dirvi, e secondo me alle volte se non sai cosa dire rischi di fare solo rumore e, se il rumore è quello che fa Diodato, lo vorresti a nastro, se è quello che fanno i carrelli della spesa che sbattono uno contro l'altro per arrivare prima alla cassa, vorresti nastrare qualcos'altro.


Senza paura di essere smentita (grazie a graziaal, me lo avete detto a più riprese e di persona), so che il filone del "plastic free" vi intriga, vi interessa e vi diverte perchè amate quando vi faccio uscire dalla comfort zone del Felce Azzurra che odora di nonna e vi faccio fare le alternative! Quindi...continuiamo a ridere a cuor leggero, a vivere a mente aperta e ruzzoliamo insieme nel fantastico mondo dello...shampoo solido!


Dicesi shampoo solido, uno shampoo compattato su sè stesso a forma di saponetta a cui gli unicorni hanno tolto, Dio (Lush ma soprattutto altri, perchè quelli SLS lì nell'INCI io a lui non li perdono) solo sa come, la parte liquida, che si usa come un sapone o facendo la schiuma con le manine o utilizzandolo direttamente sulla vostra testolina godendovi la schiuma profumata


Vedo già i vostri occhietti risparmiatori di tempo e fatica brillare al grido di "niente più lunghi controlli all'aeroporto, noi siamo liquid-free"...sì beh peccato che siamo nati per soffrire e al momento il coronavirus ci percula (si può scrivere prima delle 23.30 o siamo in fascia protetta?) e quindi i controlli ve li dovete passare ugualmente DIODIDIO!


I CONTRO, partiamo dalla parte negativa e si fottano gli unicorni (sempre quelli che levano il liquido agli shampoo):
1) Se non indovini il tipo di shampoo solido ti ritrovi con la spargina in testa, unta e con odore che ricorda poco gli unicorni.
Per capire come sceglierli al meglio, direi che basta sapere che ne esistono di 3 tipologie diverse (non per colore farfallott@ mi@, ma proprio per composizione):


1) PRESSATI a freddo: quelli fatti a mano in aziende disperse nel Kentucky che usano solo ingredienti e oli naturali che aiutano ad ammorbidire naturalmente (suggeritemi un sinonimo bitte!) la "capellitudine" e sono privi di SLS (ossia gli sless, leggi sodio lauril solfato, ossia it's not the case);
2) A base di GLICERINA: PH più neutro e sono più gentilini sulla cute che non viene sgrassata come se dovessi fare le pulizie post festone di 18enni ingorilliti, ma saranno anche meno lavanti e non si risciacquano praticamente mai (nel mentre potreste imparare una lingua straniera però, pensateci);
3) Con TENSIOATTIVI: quelli di Lush per intenderci, puliscono, forse fin troppo, ma se dosati possono dare soddisfazioni, ma non hanno un INCI verdissimo, o come dicono le addette ai lavori, GREEN.



2) Non li posso comprare nei negozi fisici, quindi come faccio? In effetti, tolto LUSH, non conosco altri negozi, forse nelle erboristerie più rifornite, in cui trovare lo shampoo solido o eventualmente le scatoline in cui riporli, però vi mando alcuni siti in cui potrete sbizzarrirvi:

TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE
FERMI TUTTI, SPEGNETE L'INTERNET
COME SI CHIAMA QUELLO LI', DAI COSO
E NOI CI TROVEREMO COME LE STAR A BERE DEL WHISKY AL "SHAMPOO" BAR
DA CAPO A PIEDI (RICORDATEVI DI LAVARVELI)
ALTOLA' AL PRURITO
GETTARE TUTTO ALLE ORTICHE
CHE LA POLINESIA SIA CON TE (E CON IL TUO SPIRITO)
UN'ESTATE AL MAREEEE, VOGLIA DI...



I PRO, beh quelli, vedrete, vengono fuori dalla risoluzione dei dubbi che, in primis a me, ma a tutte le persone a cui ho proposto il passaggio allo shampoo solido, sono venuti:
1) Dato che quando uso una saponetta per lavarmi viso, mani o corpo, voglio scartavetrarmi tutto perchè diciamo che sono un attimo troppo lavanti e aggressive, mi succederà anche con lo shampoo-saponetta zio Bubù? Risposta: dipende da che scelta avete fatto e se avete indovinato il tipo di shampoo (al Gioco dell'Oca, dovreste quindi tornare alla partenza, ossia alla scelta dello shampoo);


2) Farà la mia amata schiuma oppure continuerò a passarmi in eterno la saponetta sul capo sperando di capire quando fermarmi? Magicamagicaemy ci ha aiutato anche qui: appena la saponetta tocca acqua e cute, comincia a fare schiuma, quindi capirete subito quando il prodotto è sufficiente e potrete appartarlo e cominciare a coccolare la cute con un bel massaggio;


3) Come faccio a non far sciogliere la saponetta e a farla durare dai 30 ai 100 lavaggi che mi hanno promesso quelli della pubblicità? Basta lasciarlo asciugare bene prima di riporlo in una scatolina o di metallo o (la mia preferita della vita) in sughero, e il gioco è fatto: non si rompe, non si scioglie, non sparisce e rimane pronta per il prossimo viaggio insieme;

4) Mi seccheranno sempre i capelli e quindi dovrò comprare il balsamo in plastica? Ovviamente NO! Hanno pensato proprio a tutto, compreso balsamo e prodotti "tuttoinuno" come piace ai maschi che non sanno di dover usare, nella maggior parte dei casi, un prodotto diverso per detergere il fagiano o la testolina matta.


Detto questo, provate a fare i paciughi come piacciono a noi e siate sempre curiose e gentili verso voi stesse, se qualcosa all'inizio non vi sembrerà funzionare.
Sono pronta a farmi mandare i tilt il Blog dai vostri commenti, quindi....stupitemi. Besos


PS: SI' ci sono anche le personcine che si fanno lo shampoo solido da sole, ma NO io non ne faccio parte e NO non credo che mi cimenterò perchè vivo poi sempre nel mio nido di 32 mq eh (SI', se provate, voglio le foto che discorsi)

9 novembre 2019

Parola d'ordine: TIMELESS

Sarà la fine dell'estate, sarà la consapevolezza, saranno i valori, sarà che anche l'autunno si è fatto aspettare (Greta salvaci tu che se stiamo ad aspettare i politici ci bruceremo le chiappe nel giro di 20 anni), ma mi sono un attimo fermata nella scrittura perchè dopo l'ultimo post, così nuovo e così fuori dallo stile caciarone e dittatorio, volevo attendere delle reazioni e mi ha sorpreso vedere come le persone attorno a me abbiano cominciato a mettere in pratica i miei consigli...brave ricottin@ mie!


Sapete cos'ho pensato dopo questa boccata d'aria? Che lusso rallentare!
Sapete che il mio capo l'altro giorno mi diceva che, pur non salvando vite perchè lavoro nel mondo della moda (quello etico e costoso però diciamolo), lui quando si alza al mattino entra in apnea e sente che ne esce solo alla sera prima di addormentarsi.
PORCAMERDA, urlerebbe una mia cara amica, che metafora dei nostri tempi che mi ha sbattuto in faccia!


Se ci pensate è vero: alla nostra generazione non è permesso andare piano, esistono sempre gli eccessi, voci gridate, respiri trattenuti, spedizioni il giorno dopo, non esistono no, non esiste aspettare, dobbiamo dimostrare costantemente che ci siamo e spintonare per il nostro momento di gloria che, molto spesso, prende la forma di uno sgangherato e triste SELFIE (speriamo almeno con un sacco di like)...EC FADIGA, direbbe il mio nonnone 89enne!


Ultimamente mi sento sempre più affezionata alle mie cose materiali, ma sapete perchè? Perchè le scelgo con cura e mi do il tempo di chiedermi se mi piacciano davvero e non piacciano solo alla moda. Per me la borsa che contiene tutto, bella, made in Italy, di un colore sempre sulla cresta dell'onda (leggi nero) e che non c'è bisogno di svuotare per gli aperitivi perchè non è da sera, la considero l'amica che non ti tradisce. Sì quella cosa che ti fa stare serena, che ti sta accanto, che non ti fa fare brutta figura, che c'è sempre e che sai che se c'è lei, tutto fila come la Raclette di formaggio fuso al Mercatino di Natale.


Come si fa quindi a non comprare per noia, per curiosità o perchè "VADIMODA" ma a comprare SENZA TEMPO o come va tanto di moda ora definirlo, TIMELESS?


Facile a dirsi, ma meno a farsi, so quante sirene tentatrici che prendono il nome di NEWSLETTER riceviamo ogni giorno e che incitano all'acquisto compulsivo, piuttosto che all'acquisto ponderato, ma sai come dovete guardare quelle insegne luminose stile Las Vegas che popolano la vostra casella di posta elettronica? Come io guardo gli adolescenti e non con le chunky sneakers ai piedi DIODIDIO!


Queste le mie regole e le mie astuzie per comprare qualcosa che duri più di un battito di ciglia (finte) della Ferragni:

1) Comprate forme, colori, tessuti, di cui non pentirvi, di cui non stancarvi, in cui credere e che vi faccia sentire belle e a vostro agio: quante volte le vostre nonne vi dicono esattamente che vestito indossavano quando hanno conosciuto il nonno e voi vi rendete conto che non sapete nemmeno com'eravate vestite al mattino? Vivete i vestiti come un dettaglio da aggiungere alla vostra storia, come un qualcosa che ha un valore e non solo una funzione, viveteli, reinventateli, rimaneggiateli, cercate di provare a ridare loro una seconda vita prima di entrare a far parte della catena di "smontaggio" del mondo civilizzato;




2) Vintage for a cause: questo deve essere il vostro motto! Fate con le amiche scambi di vestiti per farli rivivere e giocare con la fantasia; perdetevi nelle mille opzioni vintage che ci sono in tutte le città e in tanti posticini unici online; pensate ad essere unici non per stravaganza, ma perchè nessun altro potrà mai indossare lo stesso capo, perchè semplicemente non esiste. Godetevi i fuori produzione e dato che è freddo e non avete la vita godereccia stile Ibiza anche in inverno, buttatevi sul DIY (fatevi ben anche un corso va, che non mi fate i maglioncini di lana merinos con 3 maniche);

SE AVETE UN VITINO DA VESPA COSI'
NON POSSIAMO ESSERE AMICHE
NON DITEMI CHE AVETE BUTTATO
VIA I JEANS
ALLA "STEVE URKEL"

3) Cercate brand sostenibili o che operano a filiera corta o certificata o tracciata, così saprete che non state semplicemente sfruttando l'ambiente per coprire i vostri deretani, ma almeno state seguendo il modo giusto di essere al passo coi tempi. State con me che ve ne faccio conoscere 3 che mi sono entrati nel cuore:

a) TWO THIRD: Brand spagnolo che parte dall'idea di prendersi cura il più possibile dei 2/3 di cui è fatto l'Universo, ossia l'acqua, utilizzando solo materiali eco-sostenibili per i loro capi al limite del sartoriale creando, udite udite, solo i capi che vendono non facendo praticamente magazzino ed evitando quindi di sfruttare al grido di "non si sa mai lo comprino anche su Marte" il nostro povero Mondo. I tempi d'attesa sono assolutamente accettabili e riceverete il vostro vestito sentendo di aver acquistato qualcosa creato unicamente per voi e con l'emozione dell'apertura di un pacco il giorno di Natale;

b) BACK TO ECO: Un'altra realtà spagnola (non sono di parte, ma questi spagnoli in termini di sostenibilità spaccano il CHIURLO ai passeri), ma ho avuto la fortuna di conoscere Nuria, una delle due CEO, e mi ha affascinato perchè non c'entra nulla con il mondo della moda, essendo Biotecnologa, ma lavora affinchè la scienza possa rendere il mondo frivolo più sostenibile; adoro l'idea di andare oltre al riciclo e di rendere la moda TIMELESS, puntando al gusto eterno e amo il fatto che lo abbiano fatto con un capo che è il TIMELESS per eccellenza, ossia il jeans, inventando l'INFINIT DENIM!


c) BALZAC PARIS: dopo la Normandia ho scoperto che non ho un problema con i francesi in generale, ma eventualmente con i parigini e con il loro amore per le ostriche, quindi mi sono lasciata conquistare dagli svolazzanti e morbidi tessuti floreali e non di questo brand molto francese (leggi se si fanno il "messy bun" (il concio alla "cazz 'n' go") loro sono bellissime, io sembro appena sopravvissuta ad una minimaratona) ma cazzuto che si permette di fare cose bellissime, ad un prezzo accessibile e con tessuti responsabili (non del declino dell'Universo, ovviamente).




4) Rendete vostre le giuste icone di stile e adattate la moda a voi stesse in base al vostro umore, al vostro fisico, al vostro portafoglio e alla vostra fantasia: se starete bene e a vostro agio con voi stesse, sarete invincibili, perchè avrete sempre più tempo per mostrarvi per quello che siete senza troppi artifici.



Pronte per respirare? Poi ditemi come vi siete trovate.

Un bacio a voi, a Licia-Andrea-Mirko-e-Giuliano perchè qui oggi piove a balus e fate le brave (se serve).

PS: Saluto anche i BeeHIve, ma volevo dirvi che quando parlavo di giuste icone di stile, non intendevo i capelli di Satomi